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Tuning, hacking ed open source: la soluzione anticrisi

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C’è carenza di idee, energie e uomini in questo paese stanco, ripiegato su stesso, che non riesce ad alzarsi per uscire da questa crisi. Come venirne fuori? Per esempio con le liberalizzazioni e l’abbattimento della burocrazia. Bisogna puntare soprattutto sulla riduzione dei costi, in primis quello della benzina, dei bolli, assicurazioni e balzelli vari che stanno svuotando le tasche degli italiani, senza aumentare il gettito perché calano i consumi.
Sembrano banalità sentite e risentite, ma che nessuno mette in atto o non riesce ad applicare. Ma oltre a ciò si può fare di più? Come svoltare? Quale può essere una soluzione anticrisi? 
Eccola: liberalizzando l’elaborazione e la personalizzazione dell’auto.
E’ quello che già avviene in ambito informatico attraverso il fenomeno dell’hacking “hardware” e software, attività volte ad incrementare le prestazioni e alla rimozione di limiti di funzionamento imposti dai produttori; partendo dall‘open source è possibile personalizzare ed “alterare” liberamente qualsiasi programma esistente, aggiungendo nuove funzionalità. Sono nate aziende che traggono profitto da questo, e danno lavoro a tante persone.
“Hacking” è anche business come testimoniano Bill Gates e Steve Jobs che partendo da una base di programmi disponibili nel mondo open source li hanno “elaborati”, sviluppandoli e traendone grandi vantaggi economici con tanto lavoro messo in campo. Perché non applicarlo come ricetta per questa crisi?
Last minute: sembra che il Governo abbia approvato un’istanza proposta da Confindustria ANCMA e relativa alla modifica del Codice della Strada: riguarda l’inserimento della misura di semplificazione per le operazioni di modifica delle caratteristiche costruttive dei veicoli. Questa scelta consentirà di snellire le procedure con un risparmio in termini di tempo e costi per gli utenti finali e uno sgravio del carico di lavoro per la 

Dipendenza da internet e telefonino

Basta guardare questo video per riflettere e rendersi conto come è cambiata la nostra vita perennemente collegata al web con la nuova generazione di telefonini smartphone con una uso sfrenato dal collegamento internet. 
In ogni momento siamo in contatto con tutto e tutti, con questa nuova tecnologia che ci porta sul palmo della mano le amicizie di Facebook e di altri social network con una istantaneità impressionante.  Per alcuni versi siamo schiavi di Internet.

Dice Renzo Como del Corriere: “È una sirena irresistibile Internet, una sirena che prima incuriosisce, poi affascina, infine cattura fino a rendere schiavi. Resistere è possibile solo rinunciandovi in partenza per Read more

Maledetto IMPORT! (Bilancia Commerciale sbilanciata)

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Maledetto import mi verrebbe da dire. In Italia c’è crisi da diversi anni e non si interviene in maniera pesante e strutturale per risolvere il problema: forse anche per impotenza di chi è al governo, imbrigliato tra lobby, interessi e mille teste da mettere d’accordo. Le cause sono tante, spesso anche collegate. Sicuramente non è facile. Visto che tanti parlano ed ognuno profana la sua teoria, anche io provo a dire la mia.
Non sono un economista ma un ingegnere «attento» a numeri ed altro.
Ho un chiodo fisso: secondo me questa crisi è anche dovuta all’esportazione della «valuta» attraverso l‘elevato import/acquisto di materiali e beni prevalentemente dall’estero. Ma non solo. Quanti sono i soldi inviati all’estero attraverso i money transfer da stranieri come filippini, rumeni, albanesi, ecc, lavoratori in Italia e che poi spediscono costantemente il denaro ai familiari nei paesi d’origine?
Acquistiamo tanti beni provenienti dall’estero, dai mercati orientali, cinese, ecc.  Della “valuta” spesa per questi acquisti da noi può restare solo una percentuale (variabile da un 30/40% max medio) data solo dal “ricarico” dalla filiera della distribuzione.
E’ risaputo. I beni prodotti all’estero costano meno. Come fai a combattere contro la concorrenza straniera in fatto di produzione per evitare l’import?
Noi mandiamo all’estero i nostri euro e ci ritroviamo qui pezzi di ferro (automobili) ed oggetti da buttare al termine del loro ciclo di vita. Noi restiamo con le tasche svuotate ed i nostri euro da altre parti del mondo dove qualcun altro se li gode fuori dall’italia e dell’europa.
Lo scorso anno (2012) l’istat aveva annunciato che la bilancia commerciale era tornata in positivo, con un avanzo di 2 miliardi di euro, grazie a un aumento delle esportazioni e alla congiunta riduzione delle importazioni.
Ma basta guardare cosa è successo in questo grafico negli anni dal 2005 al 2011 che rappresenta il saldo export/import dove l’import ha prevalso nettamente a sfavore di un export fortemente ridotto.

bilancia commerciale import export

L’unica strada per rimanere competitivi nel mercato e conservare/aumentare i margini di profitto è contenere i costi di produzione, manodopera compresa. Come fai a combattere con il basso costo della manodopera cinese, dei paesi emergenti e di quelli dell’est?

La soluzione? Un «dazio» italiano o meglio europeo?

IMPORT-export

Liberismo e crisi. Ognuno faccia quello che più gli aggrada…

Ferrari Enzo tuning elaborata

NO da noi è il contrario. Questo non è possibile. “Ognuno faccia quello che più gli aggrada o gli confà” è una provocazione di Mauro di Giovanni che condivido pienamente, ovviamente entro certi limiti regolamentati che lambisce il concetto di liberismo.
Quello che la nostra politica non ha proprio capito: la linea di repressione, la caccia “mediatica” all’italiano evasore, ha bloccato/paralizzato l’economia e fatto fuggire all’estero tante aziende e capitali. In Italia solo qualche sopravvissuto (non a lungo se continua così). Perché in tanti hanno tirato giù la serranda.
Ne abbiamo parlato più volte con diversi amici, condividendo tutti  il fatto che la caccia all’evasore ha totalmente fallito. Per diversi motivi. Tutte le azioni (sbagliate) intraprese Read more

Digitale vs carta


Digitale vs carta? Ad Agosto sotto l’ombrellone o in barca, si possono leggere più facilmente le riviste  su carta rispetto ad una consultazione delle stesse versioni digitali sul tablet.
Versione digitale o versione stampata? In vacanza ed all’aperto vince la seconda. Le riviste cartacee non hanno quei problemi di leggibilità quando l’intensità della luce all’aperto e molto elevata. Non hanno bisogno di prese di corrente o alimentazioni varie e non vanno in crisi di lettura o quando manca l’alimentazione ecc ecc.

Leggi anche le motivazioni espresse da PrintPower.eu

Nuovi Media VS Tradizionali –  I motivi per cui la carta stampata vince ancora: audience e credibilità.

Da un analisi fatta su una ricerca da Valeria Gentile si è arrivati a queste conclusioni:

1: i media tradizionali hanno l’audience – La maggior parte delle persone si informa ancora esclusivamente attraverso la televisione e i giornali. Ecco le percentuali: circa 60% per la televisione, circa 30% per i giornali, circa 29% per i social media e solo circa il 19% per la radio.

2: i media tradizionali hanno credibilità – Secondo un sondaggio, la metà degli intervistati negli Stati Uniti che ha letto una notizia sui social media ha scoperto che era una notizia sbagliata. Questa è la conseguenza della corsa per battere gli altri sul tempo, ma qual è il vantaggio di dare una notizia immediata ma non corretta? Non che i media tradizionali non sbaglino mai, ma succede meno che nei social media.

3: le notizie non stanno guidando la crescita dei social media – Dal 2009 ad oggi il traffico sui siti di informazione dai social media è cresciuto del 57%. Sembra tantissimo, ma Facebook ha avuto una crescita del 400% dal 2009 ad oggi, e Twitter dell’800%. Il vero potere dei social media per le aziende nel settore della comunicazione è che permette loro di mantenere l’audience che già hanno in un modo nuovo sul web, e di costruire nuove audience con gli strumenti che aiutano a connettersi con persone che non si erano mai raggiunte prima.

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VIDEO SPOT – Guarda questo video. Si tratta di una trovata pubblicitaria molto ironica che affronta uno dei maggiori dibattiti odierni: con l’avvento delle nuovissime tecnologie e soprattutto con il predominio assoluto di Internet qual è il destino della carta stampata?

Carta digitale?
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Carta d’identità del fuoristradista


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Fare fuoristrada, significa tante cose. Evadere dalla vita quotidiana, apprezzare gli scenari naturali, imbattersi in ostacoli naturali per studiarli, affrontarli e superarli. Ma anche respirare aria pura, scoprire le specialità e le tradizioni locali dei posti visitati con un gruppo di amici.

E’ una figura, quella del fuoristradista, che mi piace illustrare agli amici neofiti per coinvolgerli cercando di avvicinarli a questa attività e portarli sulla “cattiva strada”. Ma anche a fin di bene.
Nel mondo del fuoristrada si ritrovano persone a volte anche molto diverse fra loro per esperienze culturali, lavorative, di vita vissuta e di aspettative future, ma che sono accomunate dalla passione per la vita all’aria aperta, Read more

Vintage?

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Vintage si o no? Fino a che punto? Dipende dai gusti! E’ assodata la nostalgia che arriva quando si riscoprono vetture del calibro di Lancia Delta Integrale, Escort Cosworth, Porsche 924 turbo, Maserati biturbo, X1/9, R5 Alpine ed altre che hanno segnato la storia. Sono belle da vedere ed ottimi mezzi per condividere insieme momenti particolari nei raduni, negli incontri e nella vita di club.
Ci siamo posti il quesito proprio in quest’ultimo mese, quando abbiamo avuto la rara occasione di provare una bella Peugeot 205 1.9 GTI con i suoi 130 CV e confrontarla con la nuova 208 GTI, che ne raccoglie l’eredità forte di 200 CV. Potrebbe sembrare non opportuno confrontare un’auto appena, arrivata sul mercato, con una di 25 anni fa, ma noi l’abbiamo voluto fare.
La voglia di salire sulla Peugeot “storicaRead more

A proposito di cerchi, ruote e maggiorazioni…

Mitsubishi Evo To Tuning

Arrivato in Gazzetta Ufficiale, il Decreto sulle omologazioni delle ruote è stato accolto tra l’entusiasmo di alcuni addetti ai lavori, produttori e importatori di cerchi in lega, e la mezza delusione di molti appassionati. Questo perché, nonostante una leggera apertura alle rigide procedure nostrane esistenti, il nuovo decreto italiano non allinea affatto il ventaglio di misure alternative installabili al “paradiso del tuning” tedesco regolato dal TÜV: non basta insomma il +/- 2% della circonferenza di rotolamento e la maggiorazione massima del 10% della larghezza per soddisfare le esigenze degli appassionati e conferire la giusta libertà a questo mercato. Sicuramente però questa regolamentazione rappresenta un passo avanti per la sicurezza in quanto un’omologazione di un prodotto ne certifica sicuramente la qualità.
Ma ci sono diversi punti che andranno ancora chiariti, come la tipologia delle prove richieste, il riconoscimento dei certificati emessi all’interno della Comunità europea (TÜV/ABE) e delle prove già effettuate e, infine, l’identificazione degli enti preposti per svolgere queste attività. Apprezziamo gli sforzi di coloro che in questi 2 anni hanno lavorato duramente al Decreto, in un percorso a ostacoli fatto di incontri, consulenze, riunioni e continui tavoli tecnici, con la speranza che non faccia la fine di quello precedente sui freni (5 agosto 2010) che dopo uno slancio iniziale si è arenato sulla sabbia della burocrazia. A tutt’oggi, infatti, non è arrivato alcun certificato all’interno dei kit di impianti frenanti, nonostante i nostri produttori italiani (vedi Tar-Ox) si siano attivati immediatamente. Non è facile, infatti, arrivare al rilascio di questo certificato di omologazione per problemi tecnico-burocratici e lentezza delle procedure.
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Accontentarsi

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Accontentarsi – La ricompensa finale sarà il perdono, che permetterà a tutta la squadra di “Fast and Fuorius 6” di tornare a casa con le proprie famiglie. Questo è il finale del film più atteso dell’anno dagli appassionati dell’action-movie e da noi “automobilari”. Si tratta di una specie di “condono”, un gesto umanitario con cui si rinuncia, vincendo il rancore, a ogni forma di rivalsa di punizione o di vendetta. Ma cosa c’entra il perdono in questo contesto? Può sembrare paradossale, ma questo termine mi viene in mente pensando al momento storico che stiamo vivendo di assoluta severità.
Quel rigore imposto e bocciato da tutti con un’austerità che ha avuto gli effetti contrari a quelli previsti, portandoci Read more