India, traffico, incidenti e regole strampalate
Nel 2010 a livello mondiale sono morte un milione duecento trentamila persone per incidenti stradali. L’India guida la classifica con 133,938 morti che negli ultimi tre anni sono aumentati anche se le autorita’ sono reticenti nel fornire dati aggiornati. Guidare in India e in particolare in una megalopoli come Bangalore e’ un’esperienza indimenticabile per un osservatore straniero ammesso che abbia la possibilità’ di noleggiare un’auto. Cosa questa che in genere viene rifiutata a meno di non sobbarcarsi pesanti assicurazioni. E il rischio di un infarto appena messosi al volante.
Meglio noleggiare una vettura con autista che nei lunghi percorsi e’ a carico dello straniero per vitto e alloggio e mancia finale. La circolazione in India e’ a sinistra, uno dei residui dell’impero britannico. L’esperienza di chi scrive e’ limitata, si fa per dire, alla citta’ di Bangalore, quasi nove milioni di persone. E citta’ circonvicine del piccolo stato di Karnataka (60 milioni di abitanti). In ogni strada sono stati posti degli “speed breakers”, dossi che si trovano in tutti i paesi emergenti ed hanno lo scopo di ridurre la velocita’. In Messico si chiamano ‘toppes’.
Unitamente alla buche e voragini questi dossi provvedono a ridurre la velocita’ dei veicoli a meno che uno non voglia disintegrare le sospensioni. Nelle ore di punta la velocita’ di scorrimento non supera i 5 -dieci KM all’ora.
Le regole che i fantasiosi indiani hanno creato per divincolarsi nella massa di veicoli, carretti, motorette, scooter, mucche sacre, camion fermi chissaperche’, pedoni che si gettano nella mischia per conquistare un passaggio nell’arrembaggio del traffico sono piu’ o meno le seguenti:
1) Mai dare la precedenza a chi ne ha diritto.
2) Superare anche se sta arrivando un altro mezzo, costringendolo a fermarsi, svicolare fuori strada, oppure se proprio insiste nel venire incontro raccomandare l’anima o quel che resta alla Triade (Visnu-Brhama-Shiva).
3) Di notte si devono tenere accesi gli abbaglianti. Fregandosene se acciechi gli altri che ti vengono incontro. Tanto anche loro usano gli abbaglianti. I fari alti servono comunque a individuare all’ultimo momento quelli che camminano al bordo strada nel tuo stesso senso di marcia, magari vestiti di nero.
4) Non meravigliarsi se su uno scooter viaggia una famiglia di quattro persone (almeno). Quando ci si ferma ad un semaforo sorridere ai quattro con compiacimento. I ragazzini rispondono al sorriso con entusiasmo. I genitori ignorano.
5) Nelle strade a quattro corsie e’ meglio tenersi sulla destra nella linea di sorpasso per evitare gli scassati autobus che si fermano all’improvviso o rallentano per far scendere in corsa i passeggeri.
6) Sulle moto e scooter le donne siedono stile amazzone con sahari che rischia di finire nei raggi della moto.
7) E’ obbligatorio il casco per il guidatore della moto. Ma non per il passeggero. Non e’ obbligatorio sostituire la lampadina posteriore. Infatti si scopre il motorino all’ultimo momento. Ma anche questo fa parte del divertimento. In India non ci si annoia mai quando ci si trova nel traffico.
8) I semafori nel centro di Bangalore durano un’eternita’. Motociclisti e automobilisti spengono i motori per limitare l’inquinamento che e’ altissimo. Ed anche per risparmiare benzina che costa piu’ omeno come in Italia.
9) Impressionante la mancanza del senso di incolumita’ personale degli indiani. Ognuno si pone a rischio contando sui riflessi di chi ti viene contro. Colpa della metempsicosi per cui dopo essere crepato uno si ritrova in un altro essere vivente. Attenzione perche’ se sei stato una carogna da umano puoi finire dentro una zanzara.
10) In genere le ambulanze sono dei piccoli van per riuscire a trovare il modo di filtrare nella muraglia di lamiere.
11) L’India sembra un paese popolato da soli uomini. Le donne in strada sono poche. Nessuna nelle ore serali. Del resto la cultura imperante della violenza alle donne che e’ sempre stata considerata con molta bonomia da parte delle autorita’ di polizia locali, continua a prevalere nonostante le manifestazioni pubbliche a Delhi delle donne (definite ragazze da night club) e le intemerate sui giornali.
12) Se il traffico scorre tienti pronto a frenare: postresti trovarti di fronte a delle transenne messe nel mezzo della strada dalla polizia per fare dei controlli, senza alcun preavviso.
13) Dopo qualche settimana di India uno alla fine non si rende conto piu’ della monnezza sulle strade dove brucano le mucche, del frastuono del traffico, dell’impossibilita’ di fare un programma giornaliero perche’ immersi nel caos, del fatto che quello che paghi tu e’ almeno il doppio di quello che pagano i locali. E se riesci a sopravvivere alla diarrea, al pericolo del tetano, al caldo, alla polvere che ti entra nei polmoni, alla fine e non sai perche’ questo Paese ti entra nel sangue.
Ricevuta questa mail dall’amico Oscar Bartoli, che pubblico integralmente.