Basta guardare questo video per riflettere e rendersi conto come è cambiata la nostra vita perennemente collegata al web con la nuova generazione di telefonini smartphone con una uso sfrenato dal collegamento internet.
In ogni momento siamo in contatto con tutto e tutti, con questa nuova tecnologia che ci porta sul palmo della mano le amicizie di Facebook e di altri social network con una istantaneità impressionante. Per alcuni versi siamo schiavi di Internet.
Dice Renzo Como del Corriere: “È una sirena irresistibile Internet, una sirena che prima incuriosisce, poi affascina, infine cattura fino a rendere schiavi. Resistere è possibile solo rinunciandovi in partenza per Read more
Maledetto import mi verrebbe da dire. In Italia c’è crisi da diversi anni e non si interviene in maniera pesante e strutturale per risolvere il problema: forse anche per impotenza di chi è al governo, imbrigliato tra lobby, interessi e mille teste da mettere d’accordo. Le cause sono tante, spesso anche collegate. Sicuramente non è facile. Visto che tanti parlano ed ognuno profana la sua teoria, anche io provo a dire la mia.
Non sono un economista ma un ingegnere «attento» a numeri ed altro.
Ho un chiodo fisso: secondo me questa crisi è anche dovuta all’esportazione della «valuta» attraverso l‘elevato import/acquisto di materiali e beni prevalentemente dall’estero. Ma non solo. Quanti sono i soldi inviati all’estero attraverso i money transfer da stranieri come filippini, rumeni, albanesi, ecc, lavoratori in Italia e che poi spediscono costantemente il denaro ai familiari nei paesi d’origine?
Acquistiamo tanti beni provenienti dall’estero, dai mercati orientali, cinese, ecc. Della “valuta” spesa per questi acquisti da noi può restare solo una percentuale (variabile da un 30/40% max medio) data solo dal “ricarico” dalla filiera della distribuzione.
E’ risaputo. I beni prodotti all’estero costano meno. Come fai a combattere contro la concorrenza straniera in fatto di produzione per evitare l’import?
Noi mandiamo all’estero i nostri euro e ci ritroviamo qui pezzi di ferro (automobili) ed oggetti da buttare al termine del loro ciclo di vita. Noi restiamo con le tasche svuotate ed i nostri euro da altre parti del mondo dove qualcun altro se li gode fuori dall’italia e dell’europa.
Lo scorso anno (2012) l’istat aveva annunciato che la bilancia commerciale era tornata in positivo, con un avanzo di 2 miliardi di euro, grazie a un aumento delle esportazioni e alla congiunta riduzione delle importazioni.
Ma basta guardare cosa è successo in questo grafico negli anni dal 2005 al 2011 che rappresenta il saldo export/import dove l’import ha prevalso nettamente a sfavore di un export fortemente ridotto.
L’unica strada per rimanere competitivi nel mercato e conservare/aumentare i margini di profitto è contenere i costi di produzione, manodopera compresa. Come fai a combattere con il basso costo della manodopera cinese, dei paesi emergenti e di quelli dell’est?
La soluzione? Un «dazio» italiano o meglio europeo?